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Dott. Marco Gatto Fisioterapista

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Quando usare il ghiaccio? Consigli pratici

2020-03-29 16:08

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Quando usare il ghiaccio? Consigli pratici

Il ghiaccio viene comunemente applicato a seguito di traumi o interventi chirurgici. Ma qual'è il tempo di applicazione giusto? E il modo migliore?



Quando usare il ghiaccio?



Come e per quanto tempo


Abbiamo fin ora discusso l’efficacia del


ghiaccio

nei contesti specifici dell’ambito sportivo e riabilitativo, su cui la letteratura scientifica è più nutrita. Come abbiamo visto (se ti sei perso i primi due articoli puoi trovarli qui:


Infiammazione e Lesioni Muscolari

,


Distorsioni e Interventi Chirurgici

) l’effetto della crioterapia sulla riduzione del flusso sanguigno e del metabolismo cellulare (1) può essere controproducente e finire per


ritardare

o


compromettere

la guarigione (2,3). Al contrario, però, in alcuni casi l’uso del ghiaccio è supportato per via del suo effetto


analgesico

(4). Questo sembra sia dovuto alla diminuzione della soglia di attivazione dei nocicettori (recettori del danno tissutale) e della velocità di conduzione del segnale doloroso nel nervo (5,6). Prima di passare ai consigli pratici facciamo un passo in dietro e vediamo come il raffreddamento influisce su questi parametri.




È noto che l'applicazione locale del freddo provoca un'immediata vasocostrizione cutanea con una concomitante diminuzione della temperatura e


analgesia cutanea

(7). Quando l’applicazione è prolungata, il sistema di termoregolazione del corpo tenta di mantenere la temperatura intramuscolare rilasciando mediatori ormonali (8). È stato osservato infatti che la temperatura intramuscolare continua a diminuire per qualche tempo dopo la fine del trattamento (7). Di conseguenza, per assicurare il


raffreddamentoprofondo

, l'applicazione locale della crioterapia deve considerare che una diminuzione della temperatura in profondità è una


rispostapiùlenta

, appunto mediata da ormoni.





Come fare allora ad ottenere l’effetto analgesico?



Sembra che per raggiungere l'analgesia locale sia necessario portare la temperatura cutanea al di sotto di 13,6° C (9). La temperatura del tessuto, invece, dev’essere abbassata a 10° C per avere il massimo effetto sulla riduzione del metabolismo, considerando che per temperature inferiori ai 5 ° è stato osservato un


paradossaleaumentodelmetabolismo

(10). Un effetto


inaspettato

è stato osservato anche per tempi di applicazione prolungati che sembrano produrre un aumento di permeabilità dei vasi linfatici e quindi un


aumento del gonfiore

nella zona lesa (7). Pertanto, secondo una rassegna della letteratura (11), applicazioni ripetute (10 minuti di ghiaccio in scioglimento avvolto in un asciugamano bagnato), piuttosto che continue, aiutano a mantenere ridotta la temperatura profonda mentre la temperatura superficiale della pelle può tornare alla normalità, evitando


effetti collaterali

.




Altri metodi di raffreddamento comunemente usati: l’immersione in acqua fredda, il massaggio col ghiaccio e gli impacchi di ghiaccio sono stati messi a confronto per un applicazione di 15 minuti (12). Il protocollo di immersione in acqua fredda ha prodotto il maggior cambiamento della conduzione motoria, mentre la velocità di conduzione della sensibilità è stata ridotta ugualmente dalle 3 modalità. Pertanto l’immersione in acqua fredda, sebbene non sia la modalità più comoda, né la più facile da applicare, potrebbe avere il maggior effetto terapeutico in quanto agisce anche sullo spasmo muscolare inibendo il


ciclo dolore-spasmo-dolore

. Tuttavia per gli atleti che devono tornare alla competizione sportiva sembra preferibile usare gli impacchi di ghiaccio o il massaggio col ghiaccio per avere lo stesso effetto analgesico a fronte di una minore compromissione dell’


attività riflessa

e della


funzione motoria

. Questi cambiamenti infatti, oltre ad influire negativamente sulla prestazione sportiva (13), potrebbero esporre l’atleta a un maggior rischio di infortunarsi (11). Per evitare questi effetti collaterali è comunque consigliato un periodo di riscaldamento prima di tornare all’attività (13).




È importante inoltre notare che la conducibilità termica effettiva diminuisce con l'aumentare dello spessore del


tessuto adiposo

(14); pertanto lo spessore del grasso sottocutaneo dovrebbe, quindi, essere preso in considerazione nel determinare i protocolli di trattamento appropriati.





In conclusione possiamo trarre i seguenti consigli pratici:


  • In caso di interventi chirurgici o infortuni in campo:

  1. applicare il ghiaccio via impacco, massaggio o asciugamano bagnato.

  2. applicare in modo ripetuto anziché continuo, ad esempio: 2 o 3 applicazioni da 10 minuti con 10 minuti di pausa tra una e l’altra, 2 o 3 volte al giorno.

  3. non superare i 20 minuti consecutivi di applicazione.


  • In caso non sia presente una lesione cutanea e non sia necessario tornare immediatamente all’attività sportiva:

  1. l’immersione in acqua fredda potrebbe avere un maggior effetto terapeutico.


  • E solo in caso di infortuni in campo:

  1. fare qualche minuto di riscaldamento prima di tornare all’attività sportiva.

  2. evitare il ghiaccio spray. (potrebbe avere un tempo di impiego consigliato non sufficiente a produrre un raffreddamento profondo e superare il tempo consigliato potrebbe avere effetti collaterali).



Dott. Marco Gatto Fisioterapista
Certified in Orthopaedic Manual Therapy


Riferimenti:



  1. Ho SS et al. The Effects of Ice on Blood Flow and Bone Metabolism in Knees. Am J Sports Med. 1994
  2. Takagi R et al. Influence of Icing on Muscle Regeneration After Crush Injury to Skeletal Muscles in Rats. J of App Phys. 2011
  3. Tseng CY et al. Topical cooling (icing) delays recovery from eccentric exercise-induced muscle damage. J Strength Cond Res. 2013
  4. Martimbianco AL et al. Effectiveness and safety of cryotherapy after arthroscopic anterior cruciate ligament reconstruction. A systematic review of the literature. Phys Ther Sport. 2014
  5. Algafly AA et al. The effect of cryotherapy on nerve conduction velocity, pain threshold and pain tolerance. Br J Sports Med. 2007
  6. Nadler SF et al. The physiologic basis and clinical applications of cryotherapy and thermotherapy for the pain practitioner. Pain Physician. 2004
  7. Meeusen R et al. The use of cryotherapy in sports injuries. Sports Med. 1986
  8. Zemke JE et al. Intramuscular temperature responses in the human leg to two forms of cryotherapy: ice massage and ice bag. J Orthop Sports Phys Ther. 1998
  9. Bugaj R. The cooling, analgesic, and rewarming effects of ice massage on localized skin. Phys Ther. 1975
  10. Sapega AA et al. The bioenergetics of preservation of limbs before replantation. The rationale for intermediate hypothermia. J Bone Joint Surg Am. 1988
  11. Mac Auley DC. Ice therapy: how good is the evidence? Int J Sports Med. 2001
  12. Herrera E et al. Motor and sensory nerve conduction are affected differently by ice pack, ice massage, and cold water immersion. Phys Ther. 2010
  13. Bleakley CM et al. Should athletes return to sport after applying ice? A systematic review of the effect of local cooling on functional performance. Sports Med. 2012
  14. Myrer WJ et al. Muscle Temperature Is Affected by Overlying Adipose When Cryotherapy Is Administered. J Athl Train. 2001


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